Come si impara a dire "NO"?
Risposta:
Imparando a dire di NO!
Di Simona Giulietti
Dire NO può essere molto difficile. Le persone con bassa autostima molto spesso hanno anche una mancanza di assertività e pensano di doversi adattare a tutte le aspettative che gli altri hanno su di loro. Per loro è molto difficile fissare i limiti del rapporto con gli altri. A volte si sentono come vergognose, o colpevoli, nel dire di NO. Ma il fare le cose contro la propria volontà e possibilità non fa altro che farli sentire ancora più abusati e arrabbiati.
Un NO semplice e diretto, tipo: "non posso aiutarti con quello" sono la soluzione migliore. Se si desidera dare una spiegazione questa andrebbe fornita in maniera semplice e comprensibile: "NO, ho già un altro appuntamento per stasera" oppure, "NO, spiacente. Temo di dover rifiutare perché non ho tempo a sufficienza."
Altri modi di dire NO:
• Non posso fare questa cosa adesso.
• NO, ti ringrazio. Non questo volta. Grazie per avermelo chiesto.
• Spiacente, ma NO.
• Abbiate pazienza ma non posso proprio venire.
• Preferirei di NO.
Per dire un NO convincente dovreste:
• Iniziare la frase con la parola NO
• Scuotere la vostra testa ed usare dei segnali non verbali per sottolineare il vostro NO. La vostra voce dovrebbe essere chiara e diretta. Gli occhi dovrebbero sostenere lo sguardo
La domanda chiave da porsi è : IO..ora..cosa voglio?
Tenere i propri confini o come qualcuno li chiama..i paletti e’ un esercizio quotidiano fino a quando si impara a mettere in pratica i propri diritti…eh..non e’ mica facile per chi e’ buonista. dell'altro. Perdere la capacita’ di dire ‘no’ vuol dire perdere il contatto con se stessi.
Si chiama COMPIACERE.
Ognuno ha il diritto di dire "NO" se e’ quello che sente di dire in quel momento.
PER LE DONNE …
Spesso siamo proprio noi donne ad avere piu’ difficolta’ a dire di no perche’ abbiamo
l’abitudine del buonismo innato,di mettere al primo posto i bisogni dell’altro aspettando un grazie o riconoscenza.
E’ la sindrome di Atlante.
Come Atlante portava sulle sue spalle il mondo noi donne sentiamo il ‘dovere’ di caricarci dei problemi in famiglia,al lavoro tranne poi lamentarci per la stanchezza,perche’ non abbiamo un momento libero per fare qualcosa che ci intereressa.
Difficile imparare ad essere egoiste e ‘cattive’sia dentro le quattro mura che al lavoro,quindi a denti stretti diciami ‘si’…con un sorriso stampato e delle ondine di crampi allo stomaco.
Ute Ehrhardt nel suo libro “Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto” insegna a credere nel proprio talento e smettere di rinunciare alle proprie aspirazioni per paura di perdere l’approvazione di mariti, fidanzati, figli, datori di lavoro.
Se vogliamo dare un buon modello a figli/e prendiamoci cura dei nostri bisogni e anche loro impareranno a fare altrettanto nella vita.
Rispondere di sì sempre accontenta in quel momento l’altra persona tranne noi.