LA FAME DI CAREZZE



"Ho letto da qualche parte che il vero motivo per cui si sono estinti i dinosauri è perché nessuno li accarezzava. Bisogna sperare che l'uomo non faccia lo stesso stupido errore con le donne"
Fabio Volo

Di Simona Giulietti

Che cosa è una carezza? Un segno di esistenza, di affetto, di riconoscimento. Per estensione psicologica è anche un sorriso, una stretta di mano, un saluto, un applauso, un segno di attenzione da parte degli altri.
Proviamo a guardare la gente e noi stessi in questo modo: persone che vanno alla ricerca continua di carezze. Non è difficile risalire dal comportamento al modo in cui si è vissuto nell'infanzia la fame di carezze. Senza nutrimento affettivo il bambino può morire, lasciarsi andare nell'inedia ed è dimostrato che la sua evoluzione intellettuale e fisica risulta compromessa.
La relazionalità è condizionata dalle esperienze iniziali:chi ha avuto fin dai fondamentali momenti dopo il parto fino ai tre anni di vita il contatto amoroso materno(sorrisi, attenzione, presenza fisica affettuosa e rassicurante) saranno segnati positivamente per tutto il resto dell'esistenza.
Dai cinque anni in poi l'ambiente e l'educazione potranno modificare superficialmente la realtà psichica del bambino anche perché egli stesso reagirà secondo quei copioni di base. Se è stato rifiutato rifiuterà, se è stato amato sarà subito pronto a socializzare amichevolmente. Se ha subito violenza (carezze negative) sarà pronto a replicarla. Già, poiché esiste comunque una conferma negativa, quella per esempio in cui il piccolo viene picchiato ogni volta che piange (il piangere per un neonato può segnalare sia un disagio fisico come la fame sia la richiesta di protezione ). Egli tenderà anche da adulto a cercare negli altri violenza poiché ha conosciuto fortemente questo tipo di conferma.
Si continua così a cercare carezze nella vita nei modi in cui esse sono state vissute nell'infanzia. Ci sono persone che per avere un minimo di riconoscimento sono disposte a tutto. Ossia, retrospettivamente: "se farai il bravo, se farai come dico io ti accetterò, avrai la mia attenzione". Persone addestrate come bestie da circo che in cambio di una prestazione ricevono uno zuccherino.
Perché tanta gente cerca "un posto al sole" , cerca di diventare "qualcuno"? Ricerca legittima se compiuta onestamente e coi propri meriti. Ma non si fa nulla senza una motivazione conscia o inconscia che sia. In certi ruoli di "prestigio"ci si può sentire appagati ricevendo quelle carezze tanto cercate . Si è al centro dell'attenzione. Che poi in realtà siano le finte carezze dovute al ruolo e non alla persona poco importa.
Purtroppo non è così frequente che le carezze si scambino spontaneamente per dimostrare affetto e stima . Spesso si cercano e si danno con la stessa artificiosità a cui ci si è stati abituati nell'infanzia: "dai un bacino al signore...saluta lo zio...fai vedere al papà quanto sei bravo...". Questa viene chiamata educazione ma può tramutarsi in adulazione e quindi in ipocrisia. Il gioco delle finte carezze può durare tutta la vita.
E' così forte la fame di carezze che per sentirsi dire:" ti amo , sei bella!" una ragazza rimane inerme di fronte al primo approfittatore. E' così forte che per fare bella figura in un matrimonio si ricorre all'usuraio che manda in rovina. Così forte che un soldato per prendere una medaglia ammazza persone come lui...Per ottenere dunque un consenso esterno si evita di discriminare, di valutare attentamente quali siano le motivazioni del proprio agire, ci si lascia ricattare: se mi vuoi bene devi fare quello che ti dico ( in cambio ti darò la mia attenzione). E se si sa osservare tutta la pubblicità e la politica elettorale si rivela impregnata di questo gioco malsano che da una parte stimola la vanità dall'altra la voglia di riscatto (siete stati sempre presi in giro, non ve lo meritate...vale a dire: io vi offro carezze quando gli altri ve le hanno negate ).
L'educazione basata sulla carezza e sulla sberla o rimprovero ( carezza negativa) in realtà è un addestramento animale. Tutta la struttura sociale primitiva si mantiene secondo la legge dei premi e dei castighi: se ti comporti come l'autorità comanda avrai delle ricompense e se ti ribelli sarai punito. Poi ogni rozza autorità stabilisce cosa è bene e cosa è male secondo i suoi preconcetti e tornaconti . Anche le religioni nel loro aspetto popolare soggiacciono allo schema. Ma se l'uomo non sapesse andare oltre questa "morale" non sarebbe migliore di qualsiasi altro animale che anch'esso impara dall'ambiente e dal branco un comportamento adattato alle esigenze esterne. Un'educazione adulta e consapevole è basata sulla spiegazione ragionevole delle cose, sulla convenienza e l'utile per un reciproco vantaggio, sul dialogo per scoprire tutte le alternative possibili per una scelta etica responsabile. Solo privilegiando questo aspetto evoluto ed umano dell'etica lo schema comportamentale basato sulla ricompensa e sulle pene può perdere la sua pericolosità in quanto acritico . Non c'è un individuo da "accarezzare" come migliore nè ci si deve "accarezzare" come migliori, ci sono invece persone di valore che in mezzo a tanta mediocrità egoistica cercano, lavorano e costruiscono liberamente con capacità ed umiltà. La gratificazione è fine a se stessa, nasce dal cuore e libera da desideri di premi .