NON VOGLIO ANDARE ALL'ASILO!!!


Chi a molto a che fare con i bambini scoprirà che nessuna azione esteriore resta senza influsso su di loro
Johann Wolfgang Göethe

Vi chiedo uno sforzo di immedesimazione:immaginate di essere tra i fortunati che si trovano bene nel posto di lavoro; vi sentite soddisfatti e realizzati. Immaginate che da domani vi trasferiscano in un nuovo gruppo di lavoro. Siete arrabbiati, dovrete affrontare dei disagi…ecco, questo è a grandi linee quello che vive un bambino che va al "nido", o alla scuola materna. Lascia il suo spazio, si allontana dalle persone che gli danno sicurezza: non farà salti di gioia, non avrà voglia di andarci. Questa sofferenza emotiva è riscontrabile anche nel fisico, infatti l’impatto con il nuovo ambiente turba profondamente il bimbo, che secerne un ormone caratteristico della risposta corporea generato dallo stress . Uno studio condotto tra Gran Bretagna e Germania, dall' università di Cambridge e da quella di Berlino, su 70 bambini con un' età compresa tra gli 11 ed i 20 mesi, ha verificato che il distacco dalla madre e dall'ambiente familiare provoca nei piccoli un innalzamento del livello di cortisolo, l'ormone dello stress. Le analisi mostrano un livello di cortisolo doppio rispetto ai loro coetanei che stanno a casa, nei primi nove giorni di asilo. In seguito questo effetto persiste anche nei cinque mesi successivi, stranamente anche nei bimbi che sembrano tranquilli e a proprio agio.
Che cosa fare, allora? L'inserimento di un bambino alla scuola materna o al nido è una tappa essenziale nella crescita della dinamica madre-figlio e padre-figlio, (talvolta anche nella dinamica nonni-nipote). Nei dialoghi fra genitori ci si confronta sulla correttezza o meno del mantenimento del sonnellino, della rigidità della alimentazione, in un bisogno inconscio di contenere le proprie ansie di separazione e di mantenere il controllo.
Per molti (mamme soprattutto)delegare spaventa e umilia allo stesso tempo; pensare che un figlio possa stare bene, o meglio, senza i genitori sembra un paradosso, ma è un passaggio indispensabile per la maturazione nella coppia genitore- figlio. Infatti quanto più il bambino si appropria del suo nuovo ambiente, tanto più le ansie dei genitori svaniscono: i genitori si sentono felici di saperlo accudito e guidato nella crescita e, nello stesso tempo, alleggeriti di una quotidianità non più gratificante, riservano energie, da investire in modo costruttivo nei momenti liberi. Se l'inserimento procede secondo il suo naturale cammino, anche i problemi vengono letti con il giusto metro quando all'entusiasmo segue il rifiuto (come se il bambino volesse dire "ti punisco perché tu mi abbandoni"), o la stanchezza: per un bimbo, infatti, l'asilo è un lavoro, genera fatica e questa diviene sovente causa di nervosismo all’uscita.
Anche la relazione insegnanti-bambini deve seguire un percorso naturale, in un costruirsi di conoscenza reciproca che non deve integrare il genitore, reso partecipe indirettamente dal figlio al momento opportuno. Ben diversa sarà la relazione insegnanti-genitori, più razionale e intellettuale , volta a meglio guidare il bambino nel suo percorso di crescita ,rispetto a quella bambino-insegnante, nella quale l'affettività e l'empatia permettono il costruirsi di un rapporto di fiducia e rispetto, in una dinamica di gruppo con un progetto educativo specifico.
E' naturale che un genitore senta di dover essere rassicurato del fatto che il proprio bambino stia bene nel nuovo contesto ed è importante che dubbi, paure e incertezze vengano subito comunicate e condivise con l'insegnante, prima che divengano elemento d'ansia trasmesso al figlio e che compromettano la serenità di un positivo ingresso nel suo primo mondo sociale . Ciò che è certo è che i bambini vanno abituati a stare con gli altri. Più i bimbi sono abituati a relazioni diverse e più si inseriscono in contesti differenti, meno avvertono l'ansia di separazione dai genitori. E' bene portare il bambino a conoscere le maestre, a fargli provare l'ambiente per alcune ore in vostra compagnia. E' sbagliato scaricarlo al nido o alla scuola materna senza una preparazione emotiva; si sentirà come un pacco abbandonato e userà tutti i mezzi possibili : pianto, urli, rifiuto del cibo, vomito, rifiuto del gioco , il tutto per tornare alla situazione precedente.

CONSIGLI IN PILLOLE

• I primi tempi sarebbe bene optare per una formula part time: è bene ricordare che nei primi mesi sono i genitori a doversi piegare alle esigenze del bambino e non viceversa. L'inserimento all'asilo deve avvenire, perciò, in modo graduale.
• La fase di inserimento non serve solo per abituare il bimbo al distacco dalla mamma e dal papà, ma anche a questi ultimi per conoscere meglio le educatrici e stabilire con loro un rapporto di collaborazione e aiuto reciproco.
• Se durante i primi giorni da solo il piccolo piange e strilla dando chiari segnali di disagio, sarebbe bene non cedere e proseguire sulla strada intrapresa concedendogli più tempo per abituarsi al cambiamento senza per questo mollare il colpo sulla scelta effettuata.
• Dopo il primo periodo, è bene procedere per un distacco netto e deciso.
• Le fughe alla chetichella, gli improvvisi ritorni, i sensi di colpa non servono a nulla in questo periodo e sono, anzi, controproducenti.
• Nel periodo dell'inserimento, la fiducia nei confronti delle insegnanti deve essere totale e assoluta. Il vostro ruolo di genitori non ne viene assolutamente minato, ma il piccolo imparerà a fidarsi solo di persone verso le quali anche voi mostrerete fiducia.

ANCORA...

• E' bene complimentarsi con lui per i piccoli passi che compie in termini di autonomia e indipendenza. Apprezzamenti e coccole vanno a sottolineare che è giusto che costruisca il proprio spazio di movimento.
• Non copritelo di regali, imparerebbe che nella vita si fanno le cose per ricevere premi. Sarebbe soltanto diseducativo.
• Ascoltate i suoi eventuali lamenti o pianti per la separazione da voi. L'ascolto significa prendersi carico del disagio. Non deve però trasformarsi in concessione: "allora stai pure a casa", diverrebbe un messaggio ambivalente o confuso.
• Se il distacco è complesso e sofferto, non alzate la voce, non sgridatelo. Ci sono già le paure a farlo per voi. Meglio ridimensionare i problemi attraverso un’equilibrata comunicazione.
• Assicurare ai piccoli una maggiore attenzione alla fine della giornata per aiutarli a ricreare un 'equilibrio emotivo' e prepararli ad affrontare serenamente una nuova giornata lontani da casa. I genitori devono cercare di rassicurarli, dedicandogli un pò di quel tempo che i ritmi frenetici spesso ci negano.
• Aiutateli con rimedi naturali come i fiori di back che non hanno nessuna controindicazione e possono essere presi anche se il bambino sta assumendo farmaci o ha fatto vaccini.
Fatevi in questo senso consigliare dal farmacista o dal naturopata. Il mio consiglio a riguardo:
Honeysuckle perchè facilità il distacco
Mimulus perchè aiuta a superare la paura
Walnut da sostegno nel momento del cambiamento
Olive da forza laddove il bambino si sente esaurito nel fisico e nella mente.
• I bambini sono abitudinari, concedetevi al ritorno dalla scuola , nel pomeriggio o alla sera un momento solo vostro nel quale poter fare un’attività che sia piacevole per entrambe come fare una passeggiata, andare al parco ,fare un disegno insieme o leggergli una favola alla sera.
•Controllate la loro alimentazione, che sia leggera soprattutto alla sera e non tardiva.

Non premiateli se sono andati all’asilo con giochi o cose materiali, ma con la vostra presenza, fiducia , sicurezza e entusiasmo.
Nessun regalo o programma televisivo ripaga e rassicura più di una piacevole esperienza vissuta insieme!!

In bocca al lupo!!!