JUNG E LA SINCRONICITA'


La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima
Carl Gustav Jung

Di Simona Giulietti


Definizione: La sincronicità è un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato. La sincronicità è relativa quindi alle "coincidenze significative.

Pensiamo ad un amico che non vediamo da tempo... Dopo qualche istante suona il telefono: è lui. Questa è, per Jung, una sincronicità, che può avere anche carattere precognitivo e chiaroveggente. Se, con Freud, la regolarità delle leggi della natura poteva essere spiegata attraverso la causalità (ogni evento ha una sua causa oggettiva), Jung ritenne che, in certi casi, il legame tra due eventi potesse non essere causale, ma spiegabile altrimenti. Questa formulazione traeva spunto dalla ricerca scientifica che osservava in quegli anni la disintegrazione radioattiva: un fenomeno che si presentava come un effetto senza causa. Ciò spingeva alcuni filosofi e scienziati ad ipotizzare che anche le leggi della natura potessero essere acausali. Secondo Jung "...soltanto la radicata convinzione dell’onnipotenza della causalità crea difficoltà alla comprensione e fa apparire impensabile che possano verificarsi o esistere eventi privi di causa...." ed ancora : "La causalità è solo un principio e la psicologia non può venir esaurita soltanto con metodi causali, perché lo spirito vive ugualmente di fini".
In campo psicologico, Jung formulò dunque il concetto di ‘sincronicità’, un processo inconscio che permette di percepire eventi paralleli, o ‘coincidenze significative’, collegati ad archetipi dell'inconscio collettivo, tracce mnestiche sovraindividuali, universali, che si perdono nelle origini più profonde della psiche.
Attraverso il contatto con il pensiero filosofico orientale, oltre che con la riflessione su alcuni sorprendenti avvenimenti della sua vita, che sembravano sfuggire ad ogni interpretazione razionale, Jung approfondì ulteriormente questi temi. La sincronicità venne così distinta dal semplice "sincronismo" relativo ad eventi che accadono simultaneamente, ma che non hanno alcuna connessione di significato.
Nel 1952 Wolfang Pauli, fisico quantistico e premio Nobel pubblicò insieme a Jung un libro sul concetto di ‘sincronicità, "Naturer-klung und Psyche". Nella parte scritta da Jung, dal titolo "Sincronicità come principio di nessi acausali" l’analista propone un parallelismo fra psicologia del profondo e fisica, in particolare sulla relatività delle categorie di spazio e tempo. Se Jung cercava in questo libro di spiegare la psicologia attraverso al fisica, Pauli parlava nel suo saggio della presenza di ‘archetipi ‘nelle teorie di Keplero, confermando un parallelo fra lo studio della fisica e della psicologia.
Jung e Pauli sostenevano che alla triade della fisica classica composta di tempo, spazio e causalità dovesse essere aggiunta anche la sincronicità.