Sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d'una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza.
Oriana Fallaci
La rabbia è un'emozione potente, capace di distruggere gli altri, ma anche chi la manifesta. Eppure la sua forza può essere trasformata in energia vitale, in affermazione di sé.
Sicuramente reagire alle frustrazioni come il personaggio del filmato non serve ed è sempre nocivo: innanzittutto perché nuoce agli altri e in secondo luogo perché non contribuisce ad eliminarla. La rabbia va innanzitutto elaborata, conosciuta, accettata e scaricata adeguatamente.
Il punto importante da comprendere a proposito della rabbia, e' che, nonostante venga spesso etichettata come emozione negativa, da evitare in noi come negli altri, di fatto diventa negativa, e soprattutto distruttiva, quando non viene riconosciuta e usata al momento in cui emerge, ma viene repressa con conseguenze dannose non solo per se stessi, ma anche per gli altri.
Il problema è che fin dalla tenera età ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere la collera; ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole, associata all’aggressività e al capriccio; la gente è spesso spaventata dalla propria rabbia: teme che la spinga a compiere qualche azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria.
E’ importante quindi considerare che, se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia, probabilmente ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi.
Reprimendola, è più probabile che esploda in momenti inopportuni e soprattutto verso persone e situazioni che hanno poco a che fare con la causa originale della rabbia che ci ribolle dentro.
La rabbia repressa si ritorce contro noi stessi con attacchi depressivi e alimenta un sentimento di inadeguatezza; inoltre, quando la mente non riesce più a gestire i conflitti, il corpo ne soffre. Numerose affezioni psicosomatiche come mal di schiena, ulcere, cistiti, psoriasi ed emicranie possono essere legate al soffocamento della collera.
E’ fondamentale dunque, per la nostra salute psico-fisica, imparare ad esprimere la collera in maniera costruttiva ed appropriata.
Senza rabbia si e' privi di protezione, senza rabbia siamo alla merce' delle reazioni altrui e non possiamo prevenire tali reazioni dal riaccadere, per noi e per gli altri. La rabbia usata costruttivamente aiuta a sviluppare fiducia in se stessi in quanto non e' necessario che monti fino ad esplodere per esprimerla. E’ importante riconoscerla al momento in cui emerge, per quello che e': un meccanismo di protezione che ci segnala che c'e' qualcosa che non va, una reazione di insoddisfazione intensa, suscitata generalmente da una frustrazione che ci riguarda e che giudichiamo inaccettabile; dunque la rabbia, comunque venga espressa, in modo esplosivo o in forma repressa, agisce come un segnale d’allarme. La nostra rabbia ci mette a conoscenza del fatto che ci hanno fanno del male, che i nostri diritti vengono violati, che i nostri bisogni e i nostri desideri non sono soddisfatti.
Imparare a manifestare la propria collera significa conoscere i propri reali bisogni e intrattenere relazioni più autentiche con le persone che ci circondano.
La bioenergetica e in generale tutti gli approcci terapeutici che permettono una elaborazione somatica di un problema possono essere di gran aiuto anche in questo caso
La conoscenza approfondita della dualità Mente-Corpo permette infatti l'intervento sui due aspetti. Oltre all'aspetto verbale lo psicoterapeuta lavora insieme al paziente con esercizi corporei appropriati e volti a sciogliere le tensioni in esso contenute. Ciò permette di arrivare efficacemente e rapidamente ai nodi emozionali(rabbia, ansia, paura, ecc).
Non si tratta semplicemente di rilassarsi (vedi anche training autogeno) ma l'obbiettivo è di ridare al corpo l'apertura e la funzionalità originaria. Di ripristinare una condizione generale di fluidità e di piacere. Ciò passa attraverso l'elaborazione e la liberazione dei sentimenti rimasti imprigionati nelle tensioni croniche del corpo.
IL CASO DI GIOVANNI
Giovanni, 35 anni, nonostante riuscisse abbastanza bene nella propria vita professionale e apparisse generalmente sorridente, manifestava da alcuni anni evidenti segni dei depressione: un profondo senso di solitudine e di disperazione lo accompagnavano ogni giorno, tratteneva tutte le tensioni a livello fisico con la conseguenza di soffrire di diversi disturbi psicosomatici, tra questi,frequenti mal di testa e la totale assenza di desiderio sessuale.
Dopo tre anni di psicoanalisi, non avendo risolto il problema, decise di sottoporsi a sessioni di terapia psico-corporea:
“Ho preso così coscienza che le tensioni accumulate bloccavano tutto il mio corpo, non riuscivo nemmeno ad emettere un suono anche se avevo voglia di urlare. A poco a poco mi sono sbloccato. Nel corso delle sedute, sono riuscito ad esprimere la mia aggressività verso il terapeuta. Sono emersi ricordi che avevo rimosso, soprattutto quelli di mio padre e la sua violenza nei miei confronti. Ricordo una seduta in cui, rivivendo un litigio avuto con lui, non sono riuscito ad esprimere la collera che mi assaliva. Ho avuto paura di esplodere. Il terapeuta mi è venuto in aiuto. Le tensioni hanno cominciato a dissolversi. Ho pianto a lungo, la collera è lentamente svanita e per me è stato molto liberatorio.Da quel momento ho smesso di agire solo in modo razionale, ma ho cominciato a dare spazio alle mie emozioni.”