SARO' UN BRAVO PSICOLOGO?


Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Mi capita spesso di sentirmi chiedere che tipo di lavoro è quello di psicologo, quali possono essere gli sbocchi professionali ed alcune persone che mi hanno recentemente scritto mi hanno domandato “come si fa a sapere se si è portati per questo lavoro”.
Tecnicamente rispondo che lo psicologo è un professionista che si occupa del benessere delle persone; laureato in psicologia deve essere abilitato all'esercizio della professione quindi iscritto ad un ordine regionale per poter eseguire consulenze a sostegno dell’individuo, della coppia, della famiglia e dei gruppi. Nel mio caso specifico questo è quello di cui mi occupo oltre all’insegnamento di questa affascinante materia.
Più complicato risulta descrivere che requisiti caratteriali debba possedere un individuo per poter intraprendere questo cammino professionale ed umano ma ci proverò.
Quella dello psicologo non è una professione che si sceglie:piuttosto ci si ritrova a studiare la psiche, spinti da un bisogno intimo ed intransigente di conoscere le proprie profondità nell’incontro con la profondità dell’altro, dall’esigenza di recuperare qualcosa di sé che è andato perduto o di rimarginare antiche ferite. Bisogna essere innanzitutto consapevoli di ciò e attraverso un training specifico comprendere la radice dei propri conflitti e risolverne almeno qualcuno(dato che risolverli tutti non è possibile ma nemmeno auspicabile!) .
Ma se fosse tutto qui sarebbe utile solo per se stesso e invece forte è in questa professione in tutte le sue sfaccettature,la dimensione "dell’altro" e il tipo di interazione che ne consegue. Servono perciò altri ingredienti,tra cui: una familiarità spiccata con l’Umano nelle sue multiformi espressioni, una personalità che non si lascia invadere dalla sofferenza altrui e resista alla tentazione di sentirsi un “salvatore”; un ‘autostima forte e stabile; un amore appassionato per la vita e per la natura e uno strano cocktail di umiltà e autorevolezza di fronte a problematiche delicate che possono essere anche molto distanti dalla propria indole.
Non basta dunque la capacità di immedesimarsi o l’empatia, né la voglia di essere di aiuto, che pure sono fondamentali. Bisogna possedere non qualcosa”in più”, ma qualcosa “di troppo”,ed imparare a metterlo al servizio dell’altro senza farsi male.
Nelle università questo non lo imparano, forse giustamente, perché il vero psicologo deve ricercare questo “tesoro” al di là dei programmi di studio.
Ma poi, cosa fondamentale, bisogna studiare tanto e approfondire di continuo. Conoscere bene le radici biologiche della psiche per saper distinguere quando una persona è malata o quando è “solo”in difficoltà.
La psicologia è un terreno che, se scelto, chiama in gioco completamente. Non bisogna fare “gli psicologi”, bisogna esserlo e diventarlo!