CINETERAPIA:QUANDO UN FILM FA BENE ALL'ANIMA


Il film è come un sogno, è come musica. Nessuna espressione artistica travolge la nostra coscienza allo stesso livello del film, perché giunge direttamente ai nostri sentimenti, e alle camere più oscure della nostra anima.
Ingrid Bergman

La Cineterapia è una terapia psicologica di supporto ad altre terapie che si basa sulla visione dei film nata ad opera dello psicoterapeuta americano Gary Salomon.
Salomon intui’ che alcuni disagi psicologici, da un semplice stato d'animo negativo a vere e proprie patologie della psiche, potevano trovare beneficio,dalla visione di un film. Infatti, è anche abbastanza evidente, che in determinati momenti dolorosi e tristi per noi, vedere un film che rappresenta una situazione in qualche maniera simile a quella del nostro disagio può esserci in qualche modo d'aiuto.
Il beneficio è più evidente nelle persone che non alzano barriere tra se stesse e lo schermo, barriere che non sono altro che la ripetizione di quelle che si alzano fra sé stesse e le proprie emozioni.Il coinvolgimento emotivo da un film puo’aumentare la capacità di sognare e di rievocare ricordi sepolti o latenti, rendere meno traumatiche paure profonde; favorire una riflessione interiore o sulle relazioni con i propri cari; aiutare ad operare una netta distinzione fra ciò che è bene e ciò che è male; cercare di capire che a volte non siamo i soli ad affrontare un determinato problema; favorire l'elaborazione d'eventuali soluzioni, attraverso la proposizione di modelli cognitivi e comportamentali.

Quando si ha la incapacità di manifestare le proprie emozioni perché veicolate da sentimenti dolorosi, la cineterapia puo’ essere di benefico supporto perché agisce positivamente, attraverso il meccanismo dell’identificazione. Il film permette di vivere determinate emozioni ma allo stesso tempo riesce a far mantenere la distanza da esse, rivivendole, appunto, senza soffrire eccessivamente.Non tutti i film, è da precisare, scatenano le stesse sensazioni negli individui; fondamentale è la capacità del film d'entrare in quella che gergalmente viene definita la “risonanza emotiva individuale” dello spettatore. Quest'ultima può variare in base all'età, alla cultura, al momento particolare in cui si trova lo spettatore. Ecco perché a volte film che vengono definiti altamente terapeutici possono non sortire nessun effetto, nessuna emozione, lasciando addirittura indifferenti. D'altronde anche lo stesso film, che in un determinato momento, è stato terapeutico per uno spettatore, potrebbe non esserlo per lo stesso spettatore in un altro determinato momento.

Diversa è invece la questione per quel che concerne la visione di film comici, quest’ultimi infatti possiedono una terapeuticità universale perché legata agli effetti benefici della risata(vedi post di aprile”Ridere fa buon sangue”

In base alla reattività emotiva dell’individuo alla visione di un film si distinguono tre tipologie di spettatori
Indifferenti - Sono quelli per i quali vedere un film è un mero passatempo senza nessun coinvolgimento emotivo. Essi alzano una barriera tra loro e la trama del film senza lasciarsi coinvolgere da quello che vedono.Non considerano il cinema uno strumento per provare emozioni, perché probabilmente ritengono che determinate emozioni abbiano un loro valore solo se sono vissute in prima persona, nella vita reale. Sarebbe utile anche per quest'ultimi provare a lasciarsi andare un po' di più davanti ad un film.
Attenti - Questi davanti alla visione da un lato sono attenti alle proprie emozioni, per comprendere se potrebbero coincidere con quelle dei protagonisti, dall'altro riescono a mantenere un distacco sufficiente a trasformare la visione in un normale piacere e divertimento.

Coinvolti - I film per quest'ultimi sono altamente “terapeutici”. Si immedesimano ed s'identificano nei protagonisti delle storie, raggiungendo così il difficile obiettivo di riflettere sulle proprie emozioni senza esserne travolti. I film per loro rivestono anche un ruolo psicoeducativo ai fini del miglioramento del proprio equilibrio psicologico.Possono, però, correre il rischio di sognare ad occhi aperti.

Bè...non mi rimane che dirvi"Buona Visione!"