Che grazia inimitabile hanno i bambini prima di imparare a danzare!
Samuel Taylor Coleridge
Settembre , iniziano le scuole e milioni di genitori si precipitano in negozi specializzati a comprare grembiulini, matite e quaderni. In America invece, un giretto lo si fa per farmacie comprando Prozac, Zoloft, Paxil, Adderal, Dextroanfetamina, e soprattutto Ritalin “a go go”, per i vivaci pargoli.
Scherzi apparte (anche perché c’è poco da scherzare!) sono questi i farmaci che si suppone riducano i sintomi dell'Adhd, un disordine mentale che, secondo le autorità, colpisce più di un bambino su dieci negli Stati Uniti. L'Adhd (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è il «disordine di disattenzione per iperattività».
I bambini affetti da questo disturbo un tempo si definivano «vivaci», «discoli», «marmocchi con l'argento vivo», i frugoletti indisciplinati della classe. Oggi invece viene prescritta una cura a base di stimolanti (Ritalin) o antidepressivi (Prozac). Sembra paradossale che l'iperattività venga placata con uno stimolante (un metilfenidato come il Ritalin) che è un'anfetamina, non trovate?
Ma per qualsiasi fenomeno è sempre utile ed interessante andarne ad indagare la storia:
Dunque, l'uso degli stimolanti per controllare la condotta dei bambini fu approvato per la prima volta negli Usa a metà degli anni 1950. Contro la cura dei bambini per mezzo di stimolanti, le prime audizioni critiche furono tenute dal Congresso degli Stati Uniti nei primi anni 1970 quando circa 100-200.000 bambini venivano trattati con questi farmaci.
Ma il boom dell'Adhd risale agli anni 1990. Nel novembre 1999 la Us Drug Enforcement Administration (Dea) avvertì che dal 1990 al 1995 l'uso del Ritalin si era sestuplicato. Nel 1995 un'organismo dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), l'International Narcotics Control Board (Inbc), deplorò che «negli Usa dal 10 al 12% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni sono stati diagnosticati come ammalati di Adhd e curati con Ritalin». La tendenza è proseguita anche dopo il 1995. In particolare, sempre per i bambini e i ragazzi, si sono ulteriormente triplicate le prescrizioni di stimolanti; si sono più che raddoppiate quelle di antidepressivi. Negli Usa si smercia circa il 90% del Ritalin venduto nel mondo dalla Novartis, il colosso farmaceutico svizzero nato nel 1997 dalla fusione tra Sandoz e Ciba-Geigy. E continuano a crescere i bambini trattati con queste medicine: uno studio ha indicato che in Virginia il 20% dei bambini alla fine delle elementari riceveva stimolanti durante il giorno dal personale scolastico. Un altro studio in North Carolina mostra che sull'insieme di tutte le età, il 10% dei bambini riceveva stimolanti o a casa o a scuola. Per i maschi le percentuali arrivavano al 15%. Su 40 milioni di alunni iscritti nelle scuole Usa almeno 4 milioni prendono stimolanti.

Nel 1998 una commissione di esperti ha trovato che il metodo corrente per diagnosticare l'Adhd si è rivelato elusivo, cioè non conclusivo. Parafrasando un collega ...forse che i bambini siano affetti da IADG (Indifferenza dei genitori e degli adulti in genere)anzichè Adhi?
Anche se ancora in Italia e in Europa in generale il buon senso dei genitori spinge piu’ a portare i figli a danza, musica , calcetto o a dedicargli piu’ tempo anziché imbottirli di farmaci, l’uso di psicofarmaci in età infantile è in aumento…e visto che sembra difficile comprendere il fenomeno chiedendoci cosa spinge un genitore a permettere che il suo bambino usi un farmaco che gli darà dipendenza per molti e molti anni provo a vedere il problema da un altro punto di vista e cioè come mai stanno aumentando i cosiddetti casi di IADG ?!
L'Adhd costituisce l'esempio perfetto di quelle che il filosofo scienziato Ian Hacking chiama“malattie mentali transitorie» come era l'isteria a fine `800 e come sono oggi la personalità multipla, l'anoressia, la sindrome da affaticamento cronico: cioè « malattie che compaiono in un dato momento, in un dato luogo, per poi sparire. Può diffondersi da un posto all'altro e ripresentarsi in momenti diversi. Può colpire una certa classe sociale o gli individui di un solo sesso, e privilegiare le donne povere o gli uomini ricchi ...»E in effetti ,dati alla mano,l'Adhd colpisce una riva dell'Atlantico e non l'altra. Colpisce molto più i maschietti che le femminucce. Colpisce in modo asimmetrico le classi sociali, per cui sembra che in fase prescolare siano molto di più i bambini indigenti a essere diagnosticati per Adhd, mentre in età scolastica sono i ceti medi e i rampolli ambienti che vengono impasticcati di Ritalin. Il fatto è che, di fronte ai «bambini difficili», in un ambiente familiare e sociale anch'esso «difficile»,i medici preferiscano prescrivere psicofarmaci a buon mercato,piuttosto che un rimedio costoso, come trovare qualcuno che segua questi bimbi con più assiduità:il Ritalin costa meno del welfare e di un buon asilo.

Pensate che il Ritalin è diffusissimo nei college americani perché gli studenti possono procurarselo su prescrizione medica: un ragazzo l'ha chiamato «la cocaina dei poveri». Come ha scritto per il New York Times un'autrice che si era accorta di essere diventata una tossica di questo farmaco, «Qualunque cosa di buono faccia il Ritalin per aiutare a ricentrare chi ha problemi di attenzione, la fa per una ragione semplice, che è un'anfetamina. Infatti il Ritalin è più o meno la stessa roba che è venduta come speed per la strada. Mentre la gente si stupisce dell'effetto paradossale che permette a uno stimolante come il Ritalin di calmare un bambino sbarazzino, questa reazione è perfettamente logica: lo speed alimenta un'intensa capacità di concentrarsi con calma».
Non è mio obiettivo descrivere gli effetti del Ritalin ma di porre in atto una riflessione su quanto determinati problemi potrebbero venir evitati se si conoscesse e si tenesse maggiormente conto che, nel bambino, il corpo e la psiche sono molto più strettamente legati rispetto che nell’adulto.
Qualsiasi tensione emotiva, soprattutto quando perdura nel tempo, passa direttamente nel corpo fisico, così come un disagio fisico si ripercuote nel mondo psichico in modo più dirompente che non nell'adulto.
Mi rendo conto che tematiche così importanti e delicate richiederebbero un'analisi più approfondita ma mi
auguro comunque che queste mie considerazioni possano stimolare una maggiore attenzione e una differente coscienza nel trattare le difficoltà dei nostri bambini che, non dimentichiamolo mai, saranno gli adulti di domani.
Al presente tutti noi adulti, ciascuno secondo le proprie competenze, abbiamo la responsabilità di fornire ad essi da subito i migliori strumenti affinché siano in grado di far fronte ai gravosi compiti che riserverà loro il futuro.