Non dire mai al tuo cane che secondo molti uomini gli animali sono stati messi sulla terra per servire gli uomini, potrebbe star male dal troppo ridere.
George Orwell
Il termine Pet Therapy deriva dall’unione di: pet o animale d’affezione e therapy o terapia, cura. In italiano dovrebbe stare a designare: un "uso terapeutico degli animali da compagnia" o una "terapia aiutata con gli animali".
In generale, il principio della pet therapy si basa sull’utilizzo del rapporto speciale che certe persone instaurano con gli animali per favorire il processo terapeutico (psicologico, fisico e sociale). I contatti che si instaurano tra animale e paziente accelerano e facilitano i rapporti con i terapeuti, contribuiscono a rendere la situazione meno stressante, facilitano l’esercizio fisico e favoriscono il dialogo.
Gli animali impiegati per tale tipo di terapia sono molteplici (cani, delfini, cavalli maggiormente, ma anche: gatti, uccelli) e la scelta su quale di essi sia più idoneo per ognuna delle persone che la suddetta terapia utilizzano è determinata valutando approfonditamente le esigenze psicologiche, fisiche e relazionali dell’utente in questione. Non solo, ma una volta circoscritto l’ambito di scelta, l’analisi è necessario che continui affinchè si individui, all’interno della specie prescelta, quel particolare animale che racchiuda in sé le caratteristiche peculiari adatte alla persona in questione.
In proposito, è stato sottolineato più volte e da più esperti che lavorano nel settore,quanto un errore di valutazione nella scelta dell’animale da utilizzare possa causare problemi anche molto gravi per il paziente sottoposto alla terapia. Per evitare ciò, è necessario sentire il parere di un esperto in comportamento animale, sia esso un etologo, un veterinario, un addestratore di cani, un terapeuta comportamentale, che conosca i comportamenti "normali" e l’organizzazione sociale della specie da coinvolgere nei programmi di terapia.
Nella comunicazione analogica(non verbale)con l’uomo, cani, cavalli, delfini principalmente, ma anche conigli, cavie, gatti, canarini si ritiene:
-Aiutino il movimento fisico a misura delle possibilità del disabile,
-Aiutino a conoscere in diretta la natura, la diversità, i limiti dei cicli vitali, sia biologici che sessuali;
-Stimolino l’elaborazione del linguaggio verbale a partire dai toni della voce, aiutino a conoscersi e a migliorare la propria immagine dinamica;
-Aiutino ad individuare i segnali non-verbali nella comunicazione,
-Sviluppino la fiducia in se stessi,
-Inducano a esperienze di movimenti nuovi, di modi inediti di comportarsi, di sentire e di essere;
-Stimolino l’elaborazione di un linguaggio "propriocettivo";
-Offrano un senso di protezione e quello di un legame di dipendenza e di cura,
-Aiutino ad apprendere e ad interiorizzare il senso di responsabilità;
-Fungano da valvola di sfogo emotivo.
Durante le sedute di pet-therapy sono state rilevate tutti i suddetti effetti relativi allo stato di rilassamento: infatti, la diminuzione della pressione arteriosa è stata diverse volte confermata nel rapporto uomo-animale soprattutto quando il paziente era affetto da patologie cardio-circolatorie. La diminuzione del tono muscolare spiega come diverse patologie croniche che interessano l’apparato locomotorio siano fortemente beneficiate da tale terapia. Di particolare interesse sono le modificazioni nervose che comportano non solo un rallentamento delle onde elettriche-cerebrali, ma anche modificazioni neuro-ormonali. Recenti ricerche hanno, infatti, meglio chiarito il rapporto tra emozione positiva e rilassamento neuro-psichico e somatico.
Diversi studi dimostrano che la risposta neuro-psichica al rilassamento è controllata dall’amigdala che, insieme all’ippocampo all’ipotalamo, costituiscono il Sistema Libico; quest’ultimo gioca un ruolo chiave nelle emozioni, nel piacere sessuale e in svariati altri contesti in cui vi sia un’attivazione emozionale rilevante. Ricerche recenti hanno dimostrato che, almeno in parte, la pet-therapy opera attraverso le vie biochimiche della risposta di rilassamento: infatti, un rapporto uomo-animale tranquillizzante e rilassante interviene sulla produzione di adrenalina e altri ormoni corticosteroidi o "ormoni dello stress", con il risultato finale di una minore pressione arteriosa, un ritmo cardiaco-respiratorio più lento e una serie di altri benefici.
In particolare, sono due gli effetti fondamentali che il gioco con l’animale ha sullo sviluppo del bambino: la scoperta e il controllo del proprio corpo, da parte del bambino e l’esplorazione progressiva del mondo circostante; questi aspetti diventano maggiormente rilevanti per ciò che riguarda i bambini disabili, che spesso sono poco motivati al movimento e sono disturbati nell’esplorazione dell’ambiente, non solo a causa della paralisi ma anche di importanti disturbi dispercettivi. Di conseguenza, da parte di questi bambini avviene spesso una rinuncia. Un disabile demotivato dalla monotonia dell’esercizio terapeutico può scoprire attraverso l’animale l’uso della perseveranza e migliorare le sue capacità d’attenzione.