All'improvviso sento la paura dentro di me, senza che vi sia un motivo: il cuore inizia a battere all'impazzata, respiro affannosamente e sento che sto per morire
"Cosa mi sta succedendo? Sto impazzendo?" si tratta di un pensiero che spesso viene in mente a chi soffre di attacchi di panico quando le sensazioni somatiche aumentano di intensità.
L’attacco di panico consiste in una condizione di paura o disagio intensi in assenza di un pericolo reale.
La paura si manifesta con una serie di sintomi quali palpitazioni, sudorazioni, tremori, senzazioni di soffocamento o dispnea, sensazioni di asfissia, dolore al petto, nausea o disturbi addominali, vertigini o senzazione di testa leggera, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o impazzire, vampate di calore, brividi, paura di morire.
Nell’attacco di panico con agorafobia la persona inizia ad evitare attivamente tutto i luoghi nei quali potrebbe avvenire l’attacco.
Attraverso un processo di generalizzazione anche le situazioni nelle quali l’attacco non è mai avvenuto finiscono per essere vissute come pericolose e quindi evitate attivamente.
Nell’approccio cognitivo l’attacco di panico viene considerato come un circolo vizioso nel quale l’interpretazione negativa dei sintomi somatici tende ad alimentare l’ansia.
Il trattamento elettivo per gli attacchi di panico è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, che comprende tecniche di ristrutturazione cognitiva, di rilassamento, di desensibilizzazione, di esposizione.
Al trattamento cognitivo-comportamentale può essere affiancato un lavoro psicologico di approfondimento sui significati che il disturbo ha per il soggetto.
Un attacco di panico può essere considerato una sorta di errore nel normale funzionamento del sistema di allarme (mentale e fisico) che il nostro organismo possiede contro le minacce.
Nel caso del panico questo sistema si attiva infatti a sproposito ovvero in assenza di un reale pericolo.
L'attacco può durare una decina di minuti ed è probabile che al primo, che solitamente avviene in un periodo stressante per la persona, ne seguano altri.
Vediamo quali sono i sintomi di un attacco:
- aumento della frequenza cardiaca
- difficoltà respiratoria
- terrore
- vertigini, nausea
- tremori
- sudorazione
- senso di soffocamento
- sbalzi nella temperatura corporea
- torpore, formicolio
- paure di impazzire, di morire
Chi soffre di panico può limitare fortemente la sua esistenza nel tentativo di evitare di esporsi a situazioni che possano risvegliarlo.
Inoltre è facile che vengano fuori paure secondarie come la paura di essere giudicato male dagli altri ("penseranno che sono pazzo") oppure di non essere soccorso.
"Ho paura ogni volta che devo uscire di casa perchè mi aspetto che prima o poi ritorni..e se non ci fosse nessuno a soccorrermi?"
Si possono creare in seguito agli attacchi di panico vere e proprie fobie per le situazioni nelle quali si era presentato. Tuttavia, con il tempo, le fobie tendono a generalizzarsi anche a situazioni nelle quali non si è mai verificato un attacco.
Un obiettivo della terapia è aiutare il paziente a capire che gli sgradevoli sintomi fisici che prova durante l’attacco di panico sono solo una conseguenza dell’ansia. Non sono, dunque, pericolosi: nulla di quello che si teme accadrà veramente. Questa consapevolezza aiuta a interrompere il circolo vizioso dell’ansia ed evita un peggioramento delle sensazioni fisiche spiacevoli. Inoltre, attraverso l’insegnamento di tecniche mirate (rilassamento, controllo della respirazione, ecc.) si possono fronteggiare le spiacevoli sensazioni fisiche dovute agli attacchi di panico. Una particolare attenzione deve essere data anche all’insegnamento di una sana alimentazione. È infatti ormai dimostrato quanto un’alimentazione adeguata sia di prezioso aiuto a chi soffre di attacchi di panico e soprattutto diminuire il caffè e le bevande del tipo cole, che contengono caffeina e ridurre gli zuccheri .