PSICOLOGIA E POLITICA


Yes,we can!
B.Obama

Chi e' Barack Obama, la sua vita, la sua storia. Come e' arrivato a diventare presidente degli Stati Uniti d'America con una oratoria basata su frasi semplici(yes, we can) ma di grande impatto emotivo.
Il fatto piu' straordinario ed anche piu' commovente della storia americana, un uomo di colore nella sala ovale della Casa Bianca, segna il passaggio dall'America wasp, a maggioranza bianca, di cultura anglo sassone e religione protestante, ad un America multiculturale, che riconosce ed accetta la presenza di etnie e culture diverse non solo nella societa' civile e nel mondo del lavoro, ma anche nel mondo della politica alta, quella che prende decisioni che riguardano gli Usa e tutto il mondo.E' un fatto che ha alle spalle una storia sanguinosa, prima la importazione ed il commercio di schiavi neri, poi la guerra di secessione, fra gli stati del nord e la confederazione di stati del sud e l'assassinio del presidente Abramo Lincoln, colpevole di aver abolito la schiavitu' nera. Segui' la segregazione razziale, la cui piu' visibile manifestazione fu ed e' tuttora la divisione nelle grandi citta' industriali del nord fra quartieri benestanti bianchi e ghetti neri.
Ma da cosa dipende la nostra percezione degli uomini politici?
Il processo di formazione delle impressioni ha luogo in modo costante e continuo.
Tale fenomeno è influenzato da diversi fattori; ad esempio dal ruolo che si ricopre e dal contesto in cui il giudizio viene elaborato.
Questo processo, oltre che influire sulla nostra quotidianità, influisce anche sui giudizi che esprimiamo riguardo agli esponenti politici.
Le informazioni che utilizziamo per creare un giudizio su un uomo politico sono principalmente tre:
1. le caratteristiche personali;
2. l’appartenenza partitica;
3. le posizioni inerenti ai temi politici.
Pertanto, sembra comprensibile che, per far fronte alla difficoltà crescente nel comprendere i programmi politici e alle incertezze rispetto alle promesse sfiduciate dai partiti opposti o dimostratesi inattendibili, vengano messi in atto comportamenti più intuitivi, guidati più spesso da impressioni emotive come simpatia e fiducia o, ancor peggio, dal desiderio di allontanare personaggi che suscitano, più o meno spontaneamente, antipatia, incertezze sul futuro e timori.
Anche in questo settore della vita cresce l’importanza di “ciò che appare”, in una politica che si adatta di conseguenza a produrre “personaggi, piuttosto che a giocare sulle ideologie, sulla necessità di dimostrare competenze, sulle reali capacità dimostrate in un passato e in una storia che viene invece costantemente rimessa in discussione e ricostruita attraverso le narrazioni di leaders sempre più carismatici e seducenti.
L’immagine del candidato
Come nella società americana, la scelta elettorale italiana appare crescentemente influenzata ed influenzabile dall’“immagine del politico”, fatta di ciò che dice, di come lo dice, della personalità che mostra in pubblico, catturata dalle telecamere e dalle fotografie scattate anche nel privato-intimo, fino a costruire una rappresentazione di un Sé che deve trasmettere la possibilità di rispondere ai bisogni degli elettori che altrimenti non lo sceglieranno.
La constatazione di ciò comporta che, dalla televisione ai giornali, viene giocata una campagna elettorale sempre più basata sulla possibilità di accattivarsi simpatie, di affascinare il popolo, di apparire più simili e vicini agli elettori o quantomeno alla loro immagine ideale.
La tendenza degli elettori a lasciarsi guidare dagli aspetti di personalità ricavati attraverso pochi, spesso selezionati, momenti di comparse televisive è aggravata da una ulteriore propensione a giudicare i politici sulla base di semplificazioni cognitive ed emotive. Come mostrano alcuni studi (Caprara G.V., 1997; Caprara G.V., Barbaranelli C., Zimbardo P.), infatti, gli elettori invitati a descrivere la personalità che ritengono propria dei leader politici, fanno riferimento esclusivamente ad aspetti legati ai tratti dell’energia e dell’ammicalità, trascurando le altre dimensioni della personalità ben più importanti per affidare razionalmente il governo del proprio paese.
Pertanto, nel processo di percezione della personalità del politico che guida gli elettori, quei fattori più superficiali e legati all’immagine, definiti “attrattori”, sembrano giocare un ruolo più forte, indipendentemente dalle preferenze politiche espresse dai votanti e dallo schieramento politico in cui si colloca il candidato che viene giudicato.
Agendo come una calamita, caratteristiche connesse ad aspetti esteriori quali l’innovatività e la sincerità, sembrano catturare l’attenzione degli elettori, portando ad una generalizzazione della positività della personalità del candidato prescelto.


Bibliografia
Caprara G.V., Barbaranelli C., 2000, Capi di governo, telefonini, bagni schiuma, Raffaelo Cortina Editore, Milano.
Caprara G.V., 20002, Personalizzazione della politica e strategie di scelta degli elettori. Nel segno dei tratti. In Psicologia contemporanea
Caprara G.V., Barbaranelli C., Zimbardo P., 1999, Personalità profiles and political parties. In Political Psychology