La memoria è tesoro e custode di tutte le cose
Cicerone
Stiamo passeggiando per strada con un amico, guardiamo le vetrine , passa un'auto poi un signore con un cane e…”che strano” pensiamo…”è come se questa situazione l’avessi già vissuta!”
Quante volte vi sarà capitato di vivere una sensazione di questo tipo magari in contesti diversi.E’ il cosiddetto fenomeno del déjà vu che in francese significa”già visto”.Quando avvertiamo un déjà vu sentiamo quindi di aver vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando nel presente.
Il termine fu creato dallo psicologo francese É.Boirac.L'esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, relativa ad una esperienza vissuta per la prima volta spesso correlata a sensazioni di soprannaturalità, stranezza o misteriosità. Le spiegazioni che si tendono a dare al fenomeno sono attribuibili o ad una situazione analoga vissuta in un sogno o in alcuni casi ad una ferma sensazione che l'esperienza sia "genuinamente accaduta" nel passato.
Per tentare di spiegare scientificamente il fenomeno, una possibile ipotesi generale sembra essere quella di una sensazione di familiarità falsa e cioè dovuta ad una alterazione (patologica o momentanea) delle funzioni cognitive di riconoscimento (attenzione) e recupero (memoria). Questo senso di familiarità, ad alto valore emotivo, si può estendere a tutti gli elementi presenti in quel momento nell'ambiente percepibile, anche se nuovi.
Un'ultima e recente teoria a riguardo è quella proposta da Susumu Tonegawa (premio Nobel in medicina, ricercatore del MIT) per cui la causa del deja-vu risiederebbe in una temporanea incapacità della memoria episodica .Il riscontro oggettivo è ipotizzabile ancora nel giro dentato ippocampale ed in particolare in un gruppo di neuroni denominate "place cells" che si attiverebbero per riconoscere un luogo come già noto, e per cui non occorre ricostruire una rappresentazione (una mappa neurale). Il ricercatore comunque ha cercato (e trovato) evidenze sperimentali in animali (topi) e non nell'uomo.
In ogni caso le spiegazioni più accreditate secondo gli scienziati è che il déjà vu non sia un atto di precognizione, ma è in realtà un'anomalia della memoria.
Di seguito riporto una serie di fenomeni correlati al déjà vu:
•Déjà vécu: il senso di aver già vissuto un'esperienza
•Jamais vu: esplicitamente il non ricordare di aver visto qualcosa prima. La persona sa che è successo prima, ma l'esperienza non le è familiare.
•Presque vu: il ricordare quasi, ma non del tutto, qualcosa. È la sensazione del "ce l'ho sulla punta della lingua".
•Déjà visité: la strana conoscenza di un posto nuovo. Qui uno potrebbe sapere la strada da percorrere in una nuova città o in un nuovo ambiente, sapendo contemporaneamente che questo non dovrebbe essere possibile. Oltre ai sogni, per spiegare questo fenomeno si sono evocate la reincarnazione ed anche il viaggio fuori dal corpo.
•Déjà senti: il sentire qualcosa come se lo si fosse già sentito. Al contrario del déjà vu e del déjà vécu, che implicano la precognizione, questo si riferisce in modo specifico ad una sensazione mentale. Alcuni epilettici del lobo temporale potrebbero fare un'esperienza del genere.
•Déjà eprouvé: "già provato a fare".
•L'esprit de l'escalier: il ricordare qualcosa quando è troppo tardi, ad esempio una risposta intelligente ad un commento critico.